sabato 20 novembre 2010

Napoli

 

“Sei stato sfortunato” mi hanno ripetuto gli amici napoletani “hai trovato la pioggia”. Me lo hanno detto sul lungomare, me lo hanno detto a Via di Chiaia, me lo hanno detto in Piazza Martiri. No, sono stato fortunato, invece: perché la Napoli che ho visto era la vera Napoli, quella lontana dagli stereotipi, quella che conosce solo chi ci vive. Troppo facile associare l’idea che si ha di una città con un’immagine da cartolina – i due pini di Posillipo con sullo sfondo il mare e il Vesuvio, in questo caso. Troppo facile arrivare e cantare “O sole mio”. Questo lo fanno i turisti.

Invece, seduto a bere un caffè in Galleria Umberto I, mi sono sentito parte di questa città. C’era vento, c’era umido, la pioggia cadeva a intermittenza, avrebbe potuto anche essere Londra, visti gli ombrelli che giravano. Avrebbe potuto essere Milano, in quella Galleria così simile. Ma era Napoli, una delle tante sue anime, quella teatrale, scenografica – non è un caso che a pochi passi da lì ci siano il Teatro San Carlo e Piazza del Plebiscito. Mi hanno detto che la sera lì si radunano i ballerini di tango. L’anima della città è anche in questo. Difficile pensare ai tangueros danzare sui mosaici davanti a Prada, preferiscono la banale tranquillità di un locale sui Navigli. A Napoli invece si può.

Avevo già visto il mare sulla Riviera di Chiaia, mi ero innamorato di quella vista che spaziava da Posillipo a Castel dell’Ovo e si stendeva sotto un cielo in cui la luce variava di continuo, in cui le nuvole si disponevano come un fondale da palcoscenico. Avevo già gustato il sapore di Napoli: la sfogliatella riccia che si scioglie in bocca e riempie le papille con i suoi aromi deliziando il palato con la cannella e la scorza d’arancia. Mi ero già immerso nella morbida golosità di un babà innaffiato di sciroppo, mangiato con gli occhi prima che con la bocca su quel piattino di metallo dalle parti della stazione.

La pioggia, dicevo. Il rammarico maggiore, il cruccio vero e proprio dei miei amici. Napoli è sole e mare. Ma non è vero: Napoli è la gente, è la squisita ospitalità, è il calore umano. Il complimento più bello che mi hanno fatto è stato dirmi che sono un abusivo al Nord, che i miei documenti sono fasulli, che in realtà io sono uno “scugnizzo”. Mi hanno addirittura sottoposto a un esame di napoletano, per cercare di cogliermi in castagna, ma forse per l’anima di Totò che aleggiava ovunque nell’osteria dove abbiamo cenato, il test non è stato probante – o almeno così credo io: forse davvero hanno scoperto che alla cassoeula preferisco di gran lunga la pizza!

Sono stato a Napoli... Sono stato con gli amici... Sono stato fortunato.

 

Napoli

NAPOLI, PIAZZA DEL PLEBISCITO © DANIELE RIVA