sabato 3 dicembre 2011

L’ultimo giorno d’inverno

 

“Dovunque andiamo e traslochiamo, e cambiamo qualcosa sarà perduto... qualcosa resterà dietro di noi”.
FRANCIS SCOTT FITZGERALD, Belli e dannati

Questa è una storia di gatti, ma potrebbe benissimo essere una storia di uomini. Pochi giorni prima di Natale, Clarissa, una gattina bianca e nera, capitò nel giardino della fattoria, spinta dal freddo e dalla fame. Subito il fattore le portò una ciotola di latte e degli avanzi di carne. Clarissa bevve e mangiò avidamente e rimase seduta davanti alla porta fino a sera; il fattore non si sorprese di trovarla ancora lì e le portò dell'altro latte. Cominciò così il sodalizio tra l'uomo e l'animale: in cambio del cibo, Clarissa si prestava a giocare con i figli del fattore, aspettava sullo zerbino oppure rimaneva per ore e ore sui davanzali della cucina e accorreva velocemente quando si apriva la porta e il fattore usciva con il cibo.

Il tempo passava. A volte Clarissa spariva per un paio d'ore: esplorava le forre, si arrampicava sugli alberi o si sdraiava al debole sole d'inverno manifestando un gran desiderio di libertà. Qualche volta il fattore la lasciava entrare e restava a giocare con lei; e Clarissa si strusciava sulle gambe dell'uomo e lo guardava con quegli occhi luminosi miagolando e facendo le fusa. Con il passare dei giorni, la gattina conobbe alcuni gatti delle fattorie vicine: in particolare stava volentieri con Fulva, che divenne presto la sua migliore amica; e poi c'era Margo, un gatto bianco e nero che le faceva la corte e capitava sempre più spesso alla fattoria.

In breve venne anche la fine dell'inverno, la neve non cadde più e l'aria si fece meno fredda. Clarissa rimaneva lontana sempre più tempo: rincorreva le farfalle, esplorava le zone della fattoria dove non era mai stata, i vecchi canali, le cantine, il deposito degli attrezzi, la legnaia, le serre. Un giorno, l'ultimo giorno d'inverno, arrivarono alla fattoria due gatti randagi, Spink e Tigre. Spink era affascinante: alto, snello, il pelo corto e bianco, le orecchie scure e i baffi lunghi e neri, un bell'esemplare di gatto. Tigre era tutto l'opposto: basso e grasso, metà bianco e metà tigrato, e non aveva né il fascino né il carisma di Spink. Nonostante questo, i due stavano bene insieme e vivevano felici la loro vita di hippies: se non trovavano niente da mangiare, lo rubavano. Clarissa rimase tutto il giorno con loro: era affascinata da Spink, ma anche il fido scudiero Tigre le piaceva. Decise di seguire i due randagi e se ne andò con loro dalla fattoria.

Margo la vide mentre camminava elegante tra i due. Ne fu sconvolto. Per un attimo pensò di associarsi anche lui al gruppo, ma non ci sarebbe mai riuscito: sapeva che non avrebbe mai potuto rinunciare al benessere della fattoria, all'affetto della vecchia padrona, e poi si era abituato a quel posto, vi era affezionato. Corse via veloce dalla parte opposta, verso il fiume, e rimase a guardare l'acqua verde che scorreva. Anche il suo amore finito sarebbe passato come quell'acqua e ne avrebbe conservato solo un'immagine.

28 febbraio 1984

 

KEVIN SNYDER, “SUN CATS”