sabato 18 agosto 2012

Venerdì notte

 

da “Nighthawks” di Edward Hopper

La rossa si chiama Samantha e adora i papaveri. Non è un caso che indossi un vestito scarlatto. Lavora come segretaria in un ufficio della Fifth Avenue. Una volta che ero da quelle parti l’ho vista scendere da un autobus e infilare il portone in stile Liberty inseguita dagli sguardi di una dozzina di uomini di ogni età. Due ragazzi stavano commentando qualcosa a proposito delle sue capacità amatorie. Mocciosi… però avevano certo ragione: Samantha ha quel modo di agitare il bacino che è una poesia d’amore, un invito, una proposta. Poi… poi le cose stanno come stanno e non c’è verso.

L’uomo alla sua destra è Timothy McIllroy, il suo capo. Ha 42 anni ed è sposato con Mary Beth, una grassa casalinga dell’Idaho. Chiaro che non si faccia vedere per locali con lei. Però è una pasta d’uomo, appena può passa alla Congregazione per dare una mano o almeno un sostegno economico a padre O’Leary. Guardatelo come liscia nervosamente il bancone di mogano: sa che a casa lo aspetta una scenata con Mary Beth, sa che annuserà il profumo intenso di Samantha, gli rimane sempre sull’abito. E riuscirà a convincerla solo dopo un diluvio di parole.

L’uomo solo seduto all’altro lato del bancone si chiama Peter Mahoney, è un commesso viaggiatore di spazzole e ogni venerdì è qui a New York, dice che è di Boston ma l’accento del sud che ogni tanto spunta fuori lo tradisce. Probabilmente quel suo parlare strascicato che corregge subito è retaggio di un’infanzia trascorsa in Alabama o in Georgia. Comunque sia, ogni settimana dell’anno lui è qui, di venerdì.

Tra poco Timothy McIllroy pagherà i bourbon e saluterà Samantha Camminerà lento per le strade buie e lentamente guiderà verso casa. Parcheggerà la Ford T sul vialetto e affronterà l’ennesima discussione con Mary Beth. Quando sarà uscito, Peter e Samantha aspetteranno ancora cinque minuti e poi se ne andranno via a braccetto, come fanno ogni venerdì, verso il motel dove lui alloggia.

“E tu, tu come le sai tutte queste cose?” sento già da un po’ le vostre voci pronte a pormi questa domanda – morite dalla voglia, vi strozzate quasi dalla curiosità. Ma, perbacco, signori! Ma, caspita, signore! Io, io so tutto, io sono il barista…

 

EDWARD HOPPER, “NIGHTHAWKS”

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