sabato 20 febbraio 2016

Lettera non spedita (XI)

 

La sera brucia con le sue nuvole dipinte ad acquarello: il cielo e il lago hanno lo stesso colore. Come quella volta - un’altra sera - quando eravamo appoggiati alla ringhiera e guardavamo i riflessi iridare l’acqua dalle parti dell’imbarcadero: i battelli che partivano e arrivavano mescolavano i loro bianchi e i loro rossi a quei bagliori di fiamma.  Mi volto per antica abitudine, per dirti: «Guarda quanto è viva anche nel lago la gibigianna del sole sulla finestra di una casa in collina» ma non ci sei. Hai portato lontano i tuoi dubbi e le tue ansie, hai preso con te le domande a cui non volevi dare risposta, i vestiti, la grande valigia color fucsia, il cappello di paglia con il grande nastro. E mi sento mancare il respiro.

Mi specchio nel lago tinto d’arancione e se rimpiango qualcosa è solo di non essere riuscito a capirti, di non avere saputo sopperire a quella tua fragilità, alle insicurezze che manifestavi sotto traccia. Non ne ho avuto il tempo, non me ne hai dato il tempo. Come quando passavi ore a guardare la pioggia cadere e ti immalinconivi, l’autunno soprattutto. Prendevi la tazza di tè che ti porgevo e ti stringevi ancora di più nel maglione di lana, ti rannicchiavi lasciando fuori solo le tue calze rigate. Ma non ti aprivi, non ti abbandonavi, neppure quando eri stretta nel nido del mio abbraccio, neppure qua do facevamo l’amore: continuavi a perlustrare quelle tue paludi, alla ricerca di qualcosa che sfuggiva alle mie acque limpide. E questo mi faceva stare male, mi fa stare male anche adesso che ti penso lontana e sola. Eri come quei soldati che si nascondono nelle acque limacciose e respirano attraverso una canna di bambù. Quanto potevi resistere? Quanto potrai resistere? Riuscirai mai a riemergere, a recuperare il tesoro perduto che giace sul fondo di alghe e fango, tu angelo caduto?

Sai che ti aspetto. Sai che rispetto il tuo silenzio. Sai che per questo ti ho lasciata andare come si lascia andare l’ultimo brandello di sogno per svegliarsi. Ma hai lasciato la tua impronta sul cuore come sulle dita rimane la polvere di farfalle catturate per un istante.

 

A

FOTOGRAFIA © PINTEREST

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