sabato 1 gennaio 2011

Il Capodanno del 1989

 

A mezzogiorno del Capodanno 1989 consegnai in fureria il bracciale rosso, compilai e firmai il verbale e smontai da caporale di giornata. Quella notte, dopo il mio giro per il contrappello alle undici e mezza, avevamo brindato con lo spumante e il panettone che Perego aveva comprato allo spaccio della caserma. Oltre i grandi vetri della camerata splendeva la scritta “Las Vegas” di un luna park che campeggiava nel parcheggio dell’Ippodromo: quel momento sembrava insignificante, eppure è impresso a fuoco nella mia memoria, catalogato tra le sensazioni più belle. Rivedo i volti di chi era lì, rivedo le brande, gli armadietti appoggiati al muro, gli zaini sulla parete. Risento il botto del tappo a mezzanotte, le grida, gli auguri scambiati, i brindisi con i bicchieri di carta.

Mi cambiai velocemente e radunai la combriccola con la quale avevo appuntamento: andammo a pranzare alla Haisrainer Weinstube, in piazza del Duomo. Cinque soldati, cinque amici che si ritrovavano a condividere quel primo giorno di un anno che avrebbe portato molti cambiamenti nelle loro vite, a cominciare da quel congedo tanto atteso. Quando uscimmo dal ristorante, nel pomeriggio freddo e sconfinato, prendemmo la strada che porta a Quarazze, dove si trovano gli edifici scolastici e dove andavamo al cineforum qualche giovedì. Entrammo in un bar fuori mano per riscaldarci con una tazza di cioccolata e una fetta di torta ai mirtilli. Trascorso un bel po’ di tempo tra discorsi seri e i soliti lazzi, pagammo. Su mille lire di resto che toccavano a lui Ferrario scrisse luogo e data, “Merano, 1/1/1989” e firmò. Poi ci porse la banconota e ognuno di noi scrisse qualcosa negli spazi bianchi e firmò a sua volta. Lo facemmo in silenzio, senza dire una parola, come se un’invisibile forza guidasse i nostri atti. Infine Ferrario ripiegò le mille lire, quelle con la Montessori da un lato e i bambini a scuola sull’altro, ne fece un piccolo quadrato che ripose nel portafogli. Soltanto allora parlò: “Ragazzi, non sapete che ricordo è questo. Lo terrò sempre con me. Chissà che cosa penserò fra qualche anno, quando mi ricapiterà tra le mani...”

Non ricordo le frasi che scrissero gli altri tre, Perego, Cantoni e Bettoni. Purtroppo non ricordo neppure che cosa scrissi io, e me ne rammarico. Ma ricorderò sempre quel tavolo ingombro di tazzine, piattini, bicchieri e cucchiaini, e quelle mille lire tutte scritte con una biro rossa. Ricorderò per sempre il Capodanno di naia del 1989.

 

2 commenti:

Adriano Maini ha detto...

Sapessi scrivere bene come te mi lascerei andare di più ai ricordi anch'io. Non ho fatto ... il militare, però. Neanche a ... Cuneo, pur abitandovi vicino. E Merano é vicino al Passo della Mendola, no? Altra storia ... Chissà perché il tuo colpo d'ala che qui preferisco é quello del Luna Park ...

DR ha detto...

Merano è la perla dell'Alto Adige, giusto di là dalla Mendola e dalle Palade: 300 m sul livello del mare quindi clima abbastanza mite e centro termale. Quel Luna Park mobile mi è rimasto impresso. Comunque di tutto quell'anno l'eredità è un giro di amicizie davvero saldissimo, pur vedendoci molto saltuariamente.