sabato 22 dicembre 2012

Natale 1932

 

- Buongiorno, Herr Günter, ha ancora un piccolo abete per me?

- Certo, Fräu Hildegard, sa che da me trova sempre l’albero giusto per ravvivare il suo Natale. Questo va bene? O gliene devo procurare uno diverso?

- No, guardi, va benissimo: la mia casa è piccola e io sono vecchia. Lo sa che ogni volta che l’anno finisce provo questa sensazione strana: come se la morte si avvicinasse di un altro passo, come se facesse un salto. Ed è per questo che provo anche compassione per il genere umano...

- Eh, non la vedo bella neppure per noi tedeschi in questa fine d’anno, signora cara. Non sono più i tempi dell’inflazione vertiginosa: dieci anni fa questo albero di Natale l’avrebbe pagato un milione di miliardi di marchi. Adesso nubi molto più minacciose si profilano all’orizzonte.

- Lo so, lo so che lei è sempre informato sulla politica. È socialdemocratico, se ricordo bene...

- Sì, signora, siamo stati l’argine fino a che si è potuto, ma adesso il fiume rischia di tracimare. Ora che Von Papen si è dimesso, non ho fiducia che il generale Schleicher riesca a formare un governo di coalizione.

- E allora chi ci governerà?

- Dio ce ne scampi, Fräu Hildegard, ma ho l’impressione che Hitler riuscirà alla fine a vincere le elezioni e a prendere il potere. Magari si servirà proprio di Von Papen, sfruttando l’amicizia di questi con il presidente Hindenburg e l’inimiciza con Schleicher. Ha già provato a negoziare lo scorso novembre. E comunque, se non ci riuscirà, Hitler troverà uno stratagemma per mettere le mani sul cancellierato.

- Quell’uomo mi fa paura.

- Non lo dica a me: me lo sogno di notte ed è un incubo inspiegabile: finisce sempre con grandi camini che fumano e mi sveglio tutto sudato.

- C’è qualcosa di inquietante nel suo sguardo, ha occhi cattivi.

- Ha ragione: io ho avuto l’occasione di leggere un suo scritto, qualche anno fa. Farneticante: parla di sterminii, di espansioni territoriali, si definisce Superuomo. Ha capito, adesso?

- Distruggerà la Germania...

- Lo temo anch’io, e non solo la Germania...

Be’, Fräu Hildegard, non stia lì a prendere freddo. Vada a casa ad addobbare il suo albero davanti al camino. E buon Natale...

- Buon Natale, Herr Günter, si riguardi.

 

HANS BALUSCHEK, “BEIM WEIHNACHTSBAUMVERKAUF”

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