sabato 17 agosto 2013

Una stella cadente

 

Serata perfetta per osservare le stelle cadenti, per rimanere nell’ombra della veranda e guatarle come un avvoltoio: della luna c’è solo un’unghia e per di più bassa sull’orizzonte adesso, impigliata nei rami metallici di un’antenna televisiva; e poi questa è una zona dove basso è l’inquinamento luminoso, hanno addirittura spento le luci che illuminano il santuario, per l’occasione.

È una notte magica, come quella del solstizio d’estate o quella di Valpurga: ma qui non escono le streghe a celebrare il loro rito, né gli adoratori del sole. È una notte da romantici, da innamorati: e pensare che altro non è che la scia di una cometa ad intersecare la rotta terrestre: lo sciame consente di osservare centinaia di “stelle cadenti” ogni notte.

Eccomi lì con lo sguardo rivolto al cielo buio dove tremano tutte quelle capocchie di spillo: ecco l’Orsa Minore, il Cigno, la Volpetta, la Lira. E… una stella, una stella cadente! No, è un aereo, ora ne sento anche il rumore. Le lucine lampeggianti, si sposta lento da occidente a oriente, probabilmente tra pochi minuti atterrerà a Orio al Serio.

Un tempo – quando ero bambino – credevo che le stelle cadenti fossero piccoli cuori di luce palpitanti, con le loro belle cinque punte, e andavo a cercarle nel giardino buio, convinto di trovarvi stelle marine bianche e fosforescenti. Anche Linus, il protagonista dei Peanuts… Infatti c’è una bellissima striscia in cui chiede a Charlie Brown se, nel caso ne cadesse una, potrebbe metterla nel suo secchiello e portarla a casa.

Un tempo, quando ero ragazzo, un adolescente timido e introverso, al loro passaggio esprimevo un desiderio che sapevo già irrealizzabile, un’illusione pazzesca che non aveva nulla della speranza, ma solo i crismi dell’irrealizzabilità. E infatti nessuno di questi desideri ha potuto realizzarsi mai.

Si sa invece che questo tipo di desideri devono essere enormi, appassionati, non facili da essere appagati. E forse proprio in questo sta la loro eccezionalità. Non si chiede alle stelle cadenti quello che si potrebbe domandare a Babbo Natale o al Grande Cocomero di Linus. Si chiede qualcosa che va oltre, non un bene materiale, ma un bene spirituale, che attinge alla sfera affettiva.

Eccola! Eccola! Bellissima! Una stella cadente, un bolide bianco che ha graffiato il cielo per un secondo che è sembrato durare molto più a lungo, come il batticuore. Ed ho espresso il mio desiderio: stavolta so che potrebbe un giorno realizzarsi, so che è nel limite finito del possibile, stavolta ho chiesto un sogno…

 

IMMAGINE DAL WEB

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