sabato 13 agosto 2016

Una storia americana

 

Il treno tagliava come una lama la prateria ghiacciata che un sole di me­tallo velava con una sottile bruma al punto da sembrare anch'esso una sfera di ghiaccio. Seduta sulla comoda poltrona di prima classe foderata di velluto rosso, Cadiz guardò fuori e si strinse ancora di più nell'ampio cappotto nero. Nono­stante il riscaldamento interno del vagone, sentiva il gelo penetrarle nelle ossa. La ragazza stava ripensando alla sera prima, così inusuale nella sua vita, come la tessera di un puzzle che non si incastri con le altre.

In un bar di Vancouver aveva incontrato per puro caso - casuale l'ora, casuale la scelta del bar, casuale la sua presenza - Mickey. “Mickey, come Mickey Mouse” si era presentato quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio che sembrava uscito da un film d'avventure.

“Ma perché Cadiz? È il tuo vero nome?”. Cadiz non aveva voluto spiegar­gli la triste storia del suo nome, le sere perdute a vendere nel Nevada la sua esuberante gioventù; la fuga da casa, da quella tranquilla casa di Oskaloosa, nello Iowa, si era trasformata in prostituzione d'alto bordo: bei vestiti, gioielli, profumi, una Chevrolet... Era stato un cliente avanti negli anni a chiamarla così perché gli ricordava le estati spagnole della sua gioventù, le corride dove incontrava Hemingway, le ragazze della solare città di Cadice.

Il suo vero nome era Lynn, Lynn Vozinsky. Non era riuscita a dirglielo subito. Mickey era qualche cosa di diverso, con lui Cadiz l'aveva fatto per amore. Non riusciva a capacitarsi che potesse esistere ancora l'amore nel mondo e che Mickey potesse infondergliene così tanto nel cuore. Era dai suoi sedici anni che non si innamorava: al ballo della scuola aveva baciato Sonny Parker, il bello del college. Sei mesi. Sei mesi prima di lasciare Oskaloosa e i suoi campi di grano.

Cadiz guardava dal finestrino: Vancouver era ormai lontana, già si intravedeva Seattle prona nella baia. Un'inestinguibile sete d'amore aveva preso Ca­diz, non l'amore fisico, il sesso che era il suo lavoro e che aveva ormai a noia: l'amore vero, quello che vince anche i cuori dei saggi e li trascina nella passione. Cadiz voleva davvero vivere una storia alla “Via col vento“: quante volte aveva sognato e pianto al posto di Vivien Leigh.

Una speranza. Scese dal treno con una speranza, certa che le avrebbe permesso di continuare a vivere. “Chiamami Lynn: è il mio nome ed è solo per te“, così aveva salutato Mickey e in cuor suo sapeva che un giorno o l'altro si sarebbero incontrati di nuovo.

19 ottobre 1990

 

Sally Storch

SALLY STORCH, “NIGHT STORIES”

Nessun commento: