sabato 6 agosto 2016

Toponomastica di Venezia

 

La toponomastica veneziana è unica al mondo, data la conformazione della città. Calle, corte, fondamenta, salizzada, rio, rio terà nella bellissima città della Serenissima fanno le veci di quelli che altrove sono chiamati viali, vie, vicoli, larghi, piazze e piazzali. Non è di questo che si intende parlare, ma della denominazione di alcune strade cittadine. In una località così ricca di storia la toponomastica si perde nel medioevo e nel rinascimento, quando lo splendore veneziano fu all’apice. Vi erano famiglie importanti, ed ecco allora Calle Gondulmer, Calle Colomba, Rio dei Gozzi, Ramo Calle del Pin. Vi erano bravi artigiani che spesso lavoravano nel medesimo sestiere, ed ecco Corte delle Ancore, Calle dei Fabbri, Calle del Cappeller (il cappellaio), Calle del Pistor (il prestinaio), Calle del Parrucchier. Vi erano antiche e frequentate locande, ed ecco allora Calle del Carro, Corte della Cerva, Corte della Anguria, Calle del Leon Bianco. Ma vediamo qualcosa di più originale:

CALLE DEL VENTO – È un imbuto vicino al mare nella zona del porto, dove il vento la fa da padrone. Ci abitava il poeta Diego Valeri, che dedicò alla calle questa poesia: “Qui c'è sempre un poco di vento / a tutte le ore di ogni stagione: / un soffio almeno, un respiro. / Qui, da trent'anni, sto io, ci vivo./ E giorno dopo giorno scrivo / il mio nome sul vento”.

CALLE LARGA DEI PROVERBI – Prende nome da due proverbi che anticamente, almeno fino al 1840, si potevano leggere sulle cornici di due balconi: «Chi semina spine non vadi descalzo» e«Dì de ti, e poi di me dirai».

CAMPO DE LE GATE – No, non sono le gatte a dare nome a questo campo, quanto piuttosto i delegati, ovvero i Nunzi papali, che erano ospitati nel palazzo del priorato dell’Ordine di Malta. La corruzione del termine ha portato dai Legati alle Gate.  

FONDAMENTA DE LE PROCURATIE – Così come le Corti delle Procuratie, deve la sua denominazione alle case destinate alle famiglie indigenti dai Procuratori di San Marco, secondo le pie intenzioni dei testatori. Le case di Santa Maria Maggiore, dov’è la Fondamenta, provenivano dal testamento di Filippo Tron: erano ben sessanta.

FONDAMENTA E PONTE DE LE TETTE – Nessuna corruzione di termini: sono proprio le “tette”: nel 1358 venne prescritto ai capi di sestiere di individuare una zona dove concentrare le prostitute. Il luogo fu fissato due anni dopo tra un gruppo di case note come il Castelletto e Ca’ Rampani – il quartiere venne poi denominato “Carampane”, vocabolo assurto in seguito a indicare spregiativamente le meretrici. Le ragazze per invogliare la clientela stavano affacciate ai balconi e alle finestre con le «tete» bene in vista…

NARANZARIA - a Rialto. Nei magazzini sotto il palazzo dei «Camerlenghi» che fiancheggiano questa via, venivano conservate le arance e gli agrumi .

PONTE DE LA DONA ONESTA – Incerta è l’origine della denominazione di questo ponte e dell’omonima Fondamenta: secondo una versione, due uomini passarono di lì dibattendo sull’onestà delle donne e uno dei due, alquanto deluso dal genere femminile, indicò all’altro la testa di donna incassata nel muro sopra il ponte: «Sai tu quale è onesta fra tante? Quella là che tu vedi!». Un’altra versione rende invece omaggio all’onestà di una popolana, moglie di un maestro spadaio: un giovane patrizio, che aveva commissionato una daga allo spadaio, invaghitosi della donna, fece in modo di trovarsi da solo con lei e la violentò; la popolana allora, disperata, si uccise con quella stessa daga. Una terza versione, meno poetica e più sarcastica, fa derivare il nome del Ponte da una prostituta, detta la “donna onesta” perché prudente nell’esercitare il suo mestiere.

RIO TERÀ DEGLI ASSASSINI - Il rio, prima del suo interramento, era attraversato da un ponte, chiamato «degli Assassini», per la frequenza dei delitti che in tempi remoti vi venivano perpetrati. Nel 1128 il governo veneziano, per arginare il fenomeno,  ordinò che nelle strade poco sicure venissero accesi di notte i «cesendeli», le lanterne.

 

Tette

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