sabato 6 ottobre 2018

L’appuntamento


Dovrei già essere a Como adesso, incontrarti... Dovrei scambiare parole con te e raccontare di tutti questi anni trascorsi, dirti dove sono stato e cosa ho fatto e con chi. E tu dovresti fare altrettanto, condensare i giorni e i mesi in una sorta di curriculum. È così che fanno due che si ritrovano dopo tanto. È così che dovremmo fare noi, che abbiamo riallacciato il filo reciso grazie a un brevissimo scambio di e-mail.

Dovrei essere lì con te a seguire il riflesso ipnotico delle luci dell'imbarcadero, a lasciarmi spettinare dal vento che soffia sulla diga foranea guardando il cielo grigio rispecchiarsi nell'acqua del lago e agitarsi come mercurio dentro una bottiglia chiara. Dovrei essere lì, seduto su una panchina del lungolario o ai tavolini di un bar tra il viavai dei turisti e i pendolari che vanno verso la stazione.

Invece sto guidando sulla vecchia statale, senza fretta, senza preoccuparmi dei camion che mi avanzano lentamente davanti. Cerco pretesti alla mia fuga, cerco appigli che mi facciano desistere, che mi convincano a trovare uno spiazzo per invertire il senso di marcia e tornare a casa. Cerco una via d'uscita che mi consenta di non scoprirti diversa dal ricordo: mi dico che non potrei sopportare di vedere una ruga sul tuo viso. Temo il momento in cui mi si parerà davanti la città, distesa come un dépliant pubblicitario mentre il sole faticosamente disperde le nuvole e disegna riflessi tra i battelli alla fonda.

Guido e penso alle parole da dirti, mi preparo discorsi che immancabilmente so già si scioglieranno come neve al sole nella memoria non appena dovessi provare a pronunciarne uno. Mi guardo attorno, come se quelle parole le potessi trovare nel cruscotto e senza accorgermi ecco che la città si rovescia sul suo letto di colline, eccomi che parcheggio e cammino a piedi verso Piazza Cavour. Ora il filo dei pensieri si è spezzato: sorridi bellissima e mi saluti dal tavolino di un bar della piazza. È troppo tardi per fuggire: corro a baciarti sulle guance senza neanche scusarmi del ritardo.


FOTOGRAFIA © DREWAN1972

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