sabato 7 dicembre 2019

Un pugno di sabbia

 
Nella luce color rame del tramonto solo il rumore del mare e le stridule grida dei gabbiani. Un'altra estate finisce nel ricordo dei giorni passati, di un amore perso e ritrovato in continuazione, di un'amica di un giorno solo che è appena ripartita, è tornata a Trieste e fra poco riprenderà il suo lavoro. Ha puntellato il vuoto lasciato da Paola, ha consentito alla mia anima ferita di non affondare, mi ha consolato.

Ogni addio lascia un sapore amaro. In un giorno diverso questo tramonto sarebbe stato dolce, infinitamente dolce, e io avrei bevuto gli occhi di Paola. Ma oggi vedo solo il grigio abbraccio della malinconia: è settembre ormai: non ci sono che pochi ombrelloni, i pattìni li hanno già portati via per il sonno dell'inverno. Non voglio che anche il mio cuore cada in letargo. Ormai non c'è più nessuno che si spalma di olio di cocco, nessuno che cerca conchiglie, nessuno più ascolta musica banale dalle radio private. Non ci sono più ragazze alte e magre vestite di Lastex scollato e sgambato, occhiali scuri e sexy-girl, turisti stranieri con cui parlare in inglese. Non ci sono più le pizze di mezzanotte dopo una passeggiata romantica in riva al mare. E non c’è più lei, andatasene senza neanche sbattere la porta. 

Una radiolina accesa sussurra i risultati della prima giornata di campionato: la mia squadra ha perso ma che importa se io ho perso Paola? Non riesco a decidermi e continuo a guardare il mare arrossato dal tramonto e i gabbiani che scendono sempre più bassi. Scende la sera piano piano e con lei era così dolce sentirla arrivare. Due pescatori raccolgono le canne e i cefali e si incamminano verso la strada. Li seguo e li sento parlare di donne. Raccolgo un pugno di sabbia: è tutto quel che resta del nostro amore: il ricordo.

1984

 
Simon
T.J. SIMON, “SPIAGGIA ASSOLATA A FÉCAMP”





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