sabato 10 marzo 2012

La gazza

 

L’altro giorno è passato da casa S. con i soliti baffi tristi e la giacca verde che gli ho regalato dieci anni fa. Il suo passo sofferente da malato di schiena cronico, affaticato dal troppo vangare, rastrellare e sarchiare, potare e seminare… Eravamo in giardino a parlare del più e del meno, delle solite cose, quando ha allargato lo sguardo come fa sempre quasi per abbracciare la natura, i boschi che ama, le cascine sperdute.

Ha visto il nido della gazza sul carpino. Ora che i rami sono ancora nudi rimane scoperto, esposto a circa tre quarti della pianta, un cuneo inserito sulla forcella di un ramo. «Ha il tetto, vedi?» mi ha detto S. indicando con il suo dito tozzo e calloso, «è un nido di gazza». «Se me lo dicevi prima…» ha quasi sospirato, come se gli avessi recato un affronto imperdonabile. Poi ha infilato una serie di verbi – più che il Giulio Cesare del “veni, vidi, vici” sembrava un indigeno di qualche tribù primitiva: «Venivo, la catturavo, la mettevo in gabbia, la vendevo». eccolo lì il solito motore, il denaro. Sacrificare la libertà di un magnifico animale per un paio di banconote. E per fare cosa poi? Bersele al bar, comprarci un pieno di benzina?

Come potevo spiegargli che vedere le gazze entrare tra le foglie verdi nel pieno dell’estate mi riempie di gioia, che il loro volo bianco e nero nel cielo mi riconcilia con la vita e mi fa pensare alla libertà, all’infinito potere della fantasia, alla bellezza del creato? Come potevo dirgli che il loro riso beffardo mi ricorda la poesia di Quasimodo: “già l'airone s'avanza verso l'acqua / e fiuta lento il fango tra le spine, / ride la gazza, nera sugli aranci”. Non avrebbe capito.

Speriamo che la gazza torni a fare il nido sui carpini, Tanto io a S. non glielo dico…

 

WILHELM VON WRIGHT, “PICA PICA”

2 commenti:

CT ha detto...

Ecco la differenza tra chi è poeta e chi no!

DR ha detto...

sì, il punto è proprio quello, Concetta...