sabato 10 novembre 2012

La ragazza dei suoi sogni

 

- Cos’è?
- Pinot Grigio.
- Non è che ci hai messo dentro del Roipnol?
- No, per chi mi hai preso?
- Scusa, è che ci conosciamo da poco.
- Per me hai visto troppi episodi di CSI, e hai letto troppo attentamente quei libri delle 50 sfumature.
- No, scusami ancora, è che sono tempi difficili e non sai più di chi fidarti. Ho già preso tante di quelle fregature…

Sarah beve dal calice che contiene liquido ramato e subito la vista le si annebbia, in pochissimi istanti perde i sensi. C’era del Roipnol… L’enigmatico Stefano le toglie il bicchiere prima che cada e si frantumi sul pavimento di marmo italiano. Ma non ha alcuna intenzione di violentarla, né di farle del male.
Si siede e la guarda così, incosciente e indifesa, in totale balia di quello che lui potrebbe farle.

“È così bella” mormora, “Sei così bella”. Poi avvicina una macchina su un carrello a rotelle. A prima vista somiglia a una di quelle che negli ospedali usano per la TAC portatile. Ma non lo è. Prende degli elettrodi dal marchingegno e li attacca alla fronte e sulle tempie di Sarah. È una macchina che legge i ricordi e li analizza cercando un’immagine particolare: è solo quella che interessa a Stefano. Una fotografia di lui più giovane, ragazzo di sedici anni, il giorno in cui incontrò una ragazza senza nome e se ne innamorò quando lei lo guardò e lo baciò – è quell’immagine che cerca ormai da mesi in donne sui trent’anni che assomigliano a quella misteriosa ragazza apparsa come una meteora in un bar di Torino.

La macchina elabora dati per quasi un’ora – sembra impossibile che i ricordi di tutta una vita si condensino in così poco tempo, ma è la memoria stessa ad effettuare una selezione – e infine emette un bip. Stefano, che sta osservando ormai da minuti Sarah che dorme, fantasticando una vita futura con la ragazza dei suoi sogni, corre allo schermo: NO MATCH… Batte con stizza una mano sul pomello della macchina, poi stacca gli elettrodi dalla testa di Sarah e la prende in braccio con delicatezza. La porta nella camera da letto e la adagia sul materasso, rivestendola con una coperta. Quando si sveglierà le racconterà che ha avuto uno svenimento… Come le altre quattro. E poi uscirà a cercare ancora nelle strade di Torino quel volto mai dimenticato, invecchiandolo mentalmente di una quindicina d’anni.

 

JACK VETTRIANO, “MYSTERY MEN II”

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