sabato 3 novembre 2012

Macchina del tempo

 

Eccolo che scorre come un fiume disperato, un ammasso di straccioni che portano uniformi sbrindellate e marciano sulle piste di sabbia del deserto. Puoi riconoscere ancora i galloni, le insegne, i gradi del comando nei vecchi pastrani tenuti per la notte, nei lembi di camicie usate a mo’ di turbante, nei laceri stracci che ora rivestono piedi incrostati e coperti di vesciche. Un esercito allo sbando che marcia disordinato e coperto di polvere – sono lontani i tempi in cui il passo marziale cadenzava le marce ritmando i passi come una sinfonia. Sconfina e invade nuovi territori, preda affamato, saccheggia quello che può avanzando verso un’ignota meta, verso una liberazione dall’accerchiamento di questo invisibile nemico che compare a tratti nei discorsi dei soldati ma che nessuno ha mai visto. Lo avete riconosciuto il simbolo che campeggia sul vessillo logoro che un alfiere cencioso porta in testa alla compagnia? Una clessidra. Perché quell’esercito allo sbando è il tempo.

Scorre come un fiume, il tempo: una ragazza mi disse un giorno che l’amore è un sentire che viene dal profondo e comporta un mutamento, lo devi sentire come il violinista sente e domina una corda che vibra. Io non ho saputo padroneggiarla quella corda, forgiarla sotto le mie dita, sotto l’archetto per trarne una nota che suonasse armoniosa. E davvero come un fiume in piena è fuggito il tempo, è straripato e non ho mai saputo se quella ragazza provasse vero amore o solo un grado di intensità dell’amicizia.

Fedele amico mi è il rimpianto adesso, quando la sera stanco chiudo gli occhi e numero le occasioni perdute – una sorta di Guido Gozzano davanti al caminetto con le sue rose non colte e le fisime di poeta – per sognare ancora quella ragazza sensata, per figurarmi le parole che le direi se qualche macchina potesse miracolosamente cancellare il trascorrere del tempo, esattamente come una spugna porta via la polvere e lascia il vetro limpido e pulito. Ma il tempo passa, è una nave che non si ferma, non hai mai voltato indietro la sua chiglia solida.

 

hourglass

FOTOGRAFIA © JIGSAWZ

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