sabato 9 novembre 2013

Il cuore e la ragione

 

Era una sera di luglio, afosa e pesante dopo una giornata in cui il sole aveva picchiato come un fabbro sulle spiagge, sulla tela degli ombrelloni, sui corpi arrossati di villeggianti del nord Europa. Ora che era sceso il buio, svolazzavano falene intorno ai lampioni e l’odore della pineta si spandeva nell’aria calda come la scia di profumo lasciata da una bella donna.

La ragazza sedeva sul bordo della fontana, forse per sentire un po’ di fresco. Indossava pantaloni bianchi e una t-shirt chiara a righe. Aveva uno sguardo triste, l’allegria della sera in compagnia le era estranea. Raccolsi il mio coraggio – ero un ragazzo timido allora – e mi sedetti al suo fianco. Le chiesi che cosa avesse, se in qualche modo avessi potuto strapparle un sorriso. Essere timido aveva il suo vantaggio: suscitava nelle ragazze l’istinto materno, la curiosità di spaccare la scorza per vedere cosa c’era sotto. Lei mi parlò di un ragazzo che preferiva la pallacanestro a lei, che l’aveva lasciata lì da sola per andare ad assistere ad un incontro di basket in qualche palazzetto di provincia. «Che infamia» dissi per consolarla, «come si può preferire lo sport a una bella ragazza!». Sorrise, spalancò le labbra nel più meraviglioso sorriso che avessi mai visto. Mi innamorai. Mi innamorai di quel sorriso. Mi innamorai di lei.

*

    Passò fugace come una cometa nei miei giorni, nella mia estate: così riuscii a definire la sua presenza al mio fianco. La mia cometa. Anni dopo, quando la Hale Bopp rimase accesa per mesi nel cielo, pensai che mi ero ingannato. Il suo volo nella mia vita era più simile allo schianto di un meteorite: un lampo ed era passata. Pensavamo di avere tutto il tempo davanti a noi e invece il tempo ci mancava. Fu questo a perderci, eppure allora lo ignoravamo. Un lampo e l’amore si incenerì come la tundra di Tunguska. Lei divenne la stella caduta nei miei ieri: rimaneva soltanto come un lontano bagliore sempre più fievole il suo ricordo.

*

Si incontreranno mai le nostre strade? O – come è più probabile – le parole “mai più” sono stampate, anzi dolorosamente incise sulla nostra pelle con uno stilo arroventato? Solo nel sogno è possibile un altro percorso comune? Solo nell’utopia del desiderio, dei castelli costruiti in aria, ci sono tratti di vie che paralleli scorrono e poi miracolosamente si intersecano? La realtà, la ragione dicono invece che sarà per sempre l’oblio, che le memorie di quei giorni sbiadiranno come cartoline lasciate al sole nel vetro di una cristalliera. Ma la realtà, la ragione, in fondo, che ne sanno dell’amore?


 

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FOTOGRAFIA © HD WALL CLOUD

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