sabato 14 febbraio 2015

Il Postino

 

Il pomeriggio, tornato da scuola, dopo aver pranzato, ascoltavo “Il Postino” su Radio Beta 90.80. Mi ero innamorato della voce suadente della conduttrice, me la immaginavo bionda, con i capelli mossi sulle spalle e un sorriso dolce. Era una trasmissione di dediche e richieste e, vista l’ora, erano soprattutto adolescenti che inviavano le loro lettere perché venissero lette e la ragazza o il ragazzo di turno godesse di quell’ora di apoteosi amorosa. Sognavo anch’io di scrivere e dedicare le mie canzoni preferite alla ragazza per cui spasimavo ma alla quale non riuscivo a dichiararmi come Charlie Brown con la ragazzina dai capelli rossi. Le mie “valentine” rimanevano chiuse a doppia mandata nel cassetto del mio cuore, alimentavano sogni che facevo sulle canzoni scelte da altri. 

Andava a finire che le contingenze - in quel caso si chiamavano compiti per l’indomani - mi chiamavano pressanti e lasciavo scorrere in sottofondo la radio mentre traducevo “Veniamus ad somnia. Plena exemplorum est historia” oppure risolvevo x=ay²+by+c e y=ax²+bx+c o ancora mi trovavo alle prese con “Μίνως τοῖς Κρησί νομόυς γεγραφέναι λέγεται”.

Intanto si susseguivano i brani e fluivano via come acqua sul pomeriggio. “Ma che disastro, ho scelto te, una donna per amico”, “Video killed the radio star, in my mind and in my car, we can't rewind we've gone too far”, “Agnese mi parlava nella sabbia infuocata ed io non so perché, non l’ho dimenticata”. Ogni tanto mi sorprendevo perso dietro un verso di canzone, associavo a quelle donne, a quelle situazioni il viso di lei e i discorsi che avevamo fatto tante volte. Divagavo, socchiudevo gli occhi e veniva a formarsi una specie di videoclip personale - Mtv era ancora di là da venire, la fantasia dell’immaginazione era totalmente al potere. Poi, come una bolla di sapone tutto si dissolveva e la bella voce diceva: «“Il Postino” torna domani alle 15».

Si fissi un punto P ≡ (x,y)...

 

Panasonic

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