sabato 21 febbraio 2015

La lunga infanzia

 

Ogni cosa che ci è accaduta è una ricchezza inesauribile: ogni ritorno a lei l'accresce e l'allarga, la dota di rapporti e l'approfondisce. L'infanzia non è soltanto l'infanzia vissuta, ma l'idea che ce ne facemmo nella giovinezza, nella maturità, ecc. Per questo appare l'epoca più importante: perché è la più arricchita dai ripensamenti successivi.
CESARE PAVESE, Il mestiere di vivere, 10 dicembre 1938

L'infanzia forse ci permane tanto nel ricordo perché è il periodo delle scoperte, ha ragione Pavese: è un tempo che si trasforma in una lunga avventura, un'illusione continua paragonabile ad un gioco senza fine.

Per questo, ricordo precisamente il giardino della mia infanzia: potrei disegnare con facilità la disposizione delle piante, il noce, il tiglio, il corbezzolo, la grande magnolia dai fiori bianchi che sembravano fatti di cera, l'araucaria spinosa... Solo quella è rimasta, ma cresciuta in altezza, più che raddoppiata. Potrei indicare i luoghi preferiti, il posto dove con Simonetta mi rintanavo a giocare, i gradini dove sedevo con Stefania a leggere Topolino, la porta fittizia che con Alessandro avevamo scelto come campo di pallone... Potrei entrarvi, chiudere gli occhi e sentire le voci di quei bambini...

Da piccoli si dice "quando sarò grande", si fanno congetture, si favoleggia su quell'età adulta che tanto si agogna senza renderci conto che la vera età dell'oro è quella che stiamo vivendo e che rimpiangeremo per sempre come un Paradiso perduto.

2008

 

A

IMMAGINE © ROZART

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