sabato 18 aprile 2015

Laozu a Porta Nuova

 

Dunque, io stavo lì che guardavo il cielo afoso di luglio dove nugoli di moscerini si inseguivano e frotte di zanzare-tigre stavano in agguato dietro le fronde in un minuscolo ristagno d’acqua – non l’ho detto, ma la scena si svolge a Milano, mica a Venezia che hanno tutti quei bei canali. Stavo lì in mezzo al traffico con il mio bel camion con rimorchio e intralciavo tutta la carreggiata proprio davanti alla stazione ferroviaria di Porta Garibaldi, dove stanno sorgendo gli enormi grattacieli del centro direzionale e la strada è un cantiere unico in vista della realizzazione della linea 5 della metropolitana. Stavo lì immobile da qualche minuto e la coda dietro di me cominciava a diventare rabbiosa: nessuno poteva imboccare il tunnel di Porta Nuova e correre alle sue faccende, tuffarsi nel suo mare di stress quotidiano. Qualche automobilista minaccioso si era anche affacciato sotto la portiera, ma troppo in alto e troppo irraggiungibile sono. Quando vennero due ghisa con una scala a parlamentare e mi chiesero perché non mi muovessi, risposi «Agisco senza agire, mi occupo di non faccende, assaporo l’insapore, ingrandisco il piccolo…» A questo punto uno dei due ghisa mi disse «Favorisca patente e libretto». Glieli diedi. Il ghisa li sbirciò e poi disse: «Signor Laozu, non le faccio la multa che meriterebbe perché qui intasa la strada, ma se ne vada un po’ velocemente».

Sorridendo, ingranai la prima e partii verso il tunnel. Due farfalle si inseguivano amorose nel cielo carico di smog.

 

2010

 

Porta Nuova

FOTOGRAFIA © PANORAMIO

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