sabato 4 aprile 2015

I parcheggi

 

Davanti a me alcuni scontrini di parcheggio. Erano nella vaschetta portaoggetti della mia auto e mi sono capitati tra le mani quando finalmente mi sono deciso a fare un po’ di pulizia.

Il parcheggio è il luogo fisico in cui la visita a una città comincia e finisce: racchiude in sé la speranza dell’attesa, le fantasie su ciò che si potrà osservare, sul bar dove si potrà sorbire un cappuccino o bere un calice di vino bianco accompagnato da gustosi stuzzichini, sul ristorante dove ci si fermerà a pranzare. È il luogo del desiderio, dunque. Ma è anche il punto dove la visita finisce: è già ricordo che si va costruendo; è rimpianto di ciò che non si è potuto vedere o fotografare, del souvenir non comprato, della cartolina non spedita. È anche il luogo dove la memoria ha inizio, allora.

Si arriva baldanzosi, con la macchina fotografica, con la borsa, con lo zainetto. Si prende il tagliando e si pagherà poi con comodo, quando si torna. Oppure si inseriscono subito le monete nella fessura e si stampa lo scontrino che ci darà un tempo limitato. Certo, il primo metodo di pagamento è il migliore. Poi si gira per la città, si fa quel che si deve fare, si vede quel c’è da vedere, si compra quel che c’è da comprare. E infine si torna, con passo più stanco. E stanco è anche il gesto di porre la borsa, lo zaino, la macchina fotografica sul sedile posteriore, di posare i pacchetti nel baule. Un bel respiro, un sospiro, un ultimo sguardo al luogo che abbandoniamo e si sale in auto: cintura di sicurezza, avviamento, marcia e si riparte…

 

ParkLU

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