sabato 6 giugno 2015

Nostalgia

 

Nostalgia. Etimologicamente è il dolore per un ritorno, un dolore dolce, però. E traslando e parafrasando, anche il passato, soprattutto quando è passato da tanto tempo, è un luogo a cui si anela di ritornare, per rivivere quella dolcezza impossibile da gustare adesso. Perché c’è Internet, perché c’è quella stramaledetta televisione, e lo stramaledetto Grande Fratello e la dannatissima Isola dei Famosi. Non si potrà avere nostalgia di tempi così.

Invece le partite a carte di una volta, quando il tempo era davvero “libero” e lo si poteva tracannare d’un fiato per tutto un pomeriggio, per una sera intera, quelle sì che sono degne di memoria e di rimpianto. Anche perché molti di quelli con cui si giocava purtroppo non ci sono più. Ricordo interminabili partite nelle sere d’estate, seduti nella veranda al fresco passabile dell’ombra, con i cugini e il nonno, con lo zio Carletto, con tanti che passavano magari per un saluto e rimanevano fino a mezzanotte a giocare.

Non tressette, quello non lo si gioca qua… Scopone scientifico, il classico intramontabile con carte, ori, primiera e settebello e il miraggio di ottenere la “napola” più alta con le carte di quadri. O la briscola chiamata, quando si era in cinque, dove chi ha più fortuna o più coraggio sceglie di giocare contro gli altri tre pescando un compagno che cerca di rimanere segreto il più possibile. O addirittura con un pizzico di follia scegliere di chiamarsi da soli e giocare contro tutti gli altri quattro, diventando un conradiano compagno segreto di se stesso… Sempre litigando un poco, ma rimanendo amici a carte riposte e con un bicchiere di vino davanti. Nostalgia? Sì, provo nostalgia… non ci penso e mi collego a Internet…

2010

 

Cezanne

PAUL CEZANNE, “LES JOUEURS DE CARTES”

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