sabato 3 novembre 2018

Una notte


Stava scendendo la notte, cupa e rumorosa. Le luci del lungomare si mischiavano ai riflessi argentati delle onde, il libeccio li faceva tremolare sconvolgendo le foglie degli eucalipti. Il mare era agitato, si muoveva come un’anima inquieta gemendo e ululando sotto un cielo tagliato in due da una mezzaluna affilata.

Era già buio nella stanza, ma non ci alzammo ad accendere la luce, a illuminare un abat-jour che spandesse la sua velatura soffusa tutto intorno. Restammo lì nella penombra, seduti vicini sul divano di pelle a confessarci, a tormentarci. Con le dita lei torturava gli anelli, li rigirava con un lavorio continuo. Io portavo le mani al viso o le lasciavo vagare intorno alle ginocchia. I nostri racconti si nutrivano di quel dire e sottacere, ma lentamente avevamo costruito qualcosa giorno dopo giorno, mattone su mattone. Quando mi sembrò di intuire che una nota di pianto fosse nella sua voce, che la incrinasse improvvisa come una crepa che si apre nel ghiaccio, mi resi conto subito di ingannarmi: fu una parola a incendiare l’ombra, a spalancare orizzonti che non avevo calcolato, a invadere i campi dei miei pensieri come un esercito veloce e bene armato. “Noi”. Era un discorso lungo e articolato quello che lei faceva in quel momento, forse mi ero distratto. “Noi”, la mente registrò, si riavvolse un attimo, recuperò dall’udito l’ultima frase. “Ora possiamo considerarci noi”. Un dato di fatto, una cellula, una coppia. Uno più uno.

La mia malinconia agitava già bandiere bianche, cedeva senza combattere, si inteneriva. Noi. Cioè noi due. Mi si gettò al collo, mi baciò. Presi a spogliarla con foga, a sentire la sua pelle sotto le mie dita, ad accarezzare quel corpo che profumava di agrumi. Sentivo il mare incattivito mescolarsi ai nostri respiri accelerati. Sentivo le sue mani sulla schiena, la punta delle unghie. Ero dentro di lei adesso, muovevo rapido sulle sue anche e mi chiedevo se fosse gioia o dolore, se fossi caduto in un inferno o in un nuovo paradiso.


Lovers

FOTOGRAFIA DA TUMBLR


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