sabato 9 febbraio 2013

Lettera non spedita (IX)

 

Carissima D.,

ho rivisto “Harry ti presento Sally” l’altra sera – mi meraviglio che ancora il DVD non si sia consumato, vaporizzato, tante volte l’ho fatto girare nel lettore. E ho ritrovato noi stessi: sì, abbiamo i loro stessi dubbi, le loro stesse passioni. Ci siamo chiesti un milione di volte se l’amicizia possa trasformarsi in amore o se invece non succeda il contrario, che l’amore distrugga l’amicizia e che – una volta finito, perché gli amori finiscono – non resti neppure più la consolazione di una bellissima amicizia.

E, come loro, anche noi ci siamo presi e ritrovati tante volte senza giungere a far scoccare finalmente quella scintilla nel nostro serbatoio d’amore. Ci siamo feriti, siamo riusciti a indisporci l’uno con l’altra appartenendo ad altre donne e ad altri uomini per poi ritrovarci in lunghe discussioni in cui non abbiamo fatto altro che compiangerci senza vedere che la soluzione era lì tra di noi, anzi era in noi e sarebbe bastato andare oltre, demolire la fragile barriera per essere finalmente l’uno dell’altra.

Nei nostri silenzi è scritta tutta la storia, come quella di Harry e Sally… e pazienza se Milano non è New York. La speranza resta accesa come una fiammella pilota e la vita dura ben più dell’ora e mezza di un film. Chissà che un lieto fine non si scriva per questa nostra sceneggiatura, chissà che uno di noi – o entrambi all’unisono, perché no, vista l’empatia? – non riesca un giorno a dire quel benedetto “Ti amo”.

 

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