sabato 4 maggio 2013

Milano

 

Vado per la strada con le mani in tasca guardando tra la gente e lascio liberi i pensieri. Una ragazza ancheggia mollemente sul pavé, occhi di ghiaccio e un amore dentro al cuore tormentato di nostalgia. Il sole è nascosto dietro qual­che nuvola, alle Poste gente in coda agli sportelli. Pesce fresco al cartoccio all'Osteria del Monastero. Una signora anziana porta al guinzaglio il suo cane, compagno fedele di giorni un po’ lunghi; dive e campioni appesi all'edicola.

Un furgone si ferma per farmi passare, ringrazio l'autista con un cenno della mano; il semaforo sembra impazzito e un vigile cerca di trovare il ritmo giusto ai colori mentre i tram sferragliano senza problemi sulle loro rotaie d'argento. La metropoli palpita e non si ferma un momento, rallenta solo di notte ma il suo cuore batte sempre. Ragazze passeggiano con i libri di scuola sotto il braccio e una storia d'amore chiusa dentro al pensiero. E chissà dove sarà il silenzio, laghi montani e pini dorati, spiagge deserte e il mormorio del mare...

Il metrò ingoia la gente e riparte veloce nella sua tana di cemento armato, corre nei corridoi artificiali come una talpa inseguita. Scendo in Centrale e mi lascio tentare dagli stucchi e dai mosaici dei pavimenti; le scale mobili portano su, sempre più su. Un po’ di nascosto arriva il mio treno, salgo e mi metto a sognare per cancellare la vista squallida della periferia. Poi la campagna ritorna davanti ai miei occhi, campi gialli di grano e boschi attraversati da ruscelli. A poco a poco l'aria si fa più pulita e lontano si trova il silenzio rotto soltanto dalla canzone del treno che lascia la città e culla i miei sogni di mare.

 

1984

 

milano piazza del duomo

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