sabato 8 giugno 2013

Il sorriso di lei

 

La ragazza sorride: indossa un vestito chiaro e il sole del tardo pomeriggio illumina il suo viso, disegna riflessi dorati sui capelli castani. Il suo ricordo è un volo di gabbiani nell’azzurro, un raggio di luce che attraversa una nuvola candida e tinge con l’oro i suoi contorni. La ragazza sorride da un giugno ormai lontano, molto lontano e l’uomo seduto da solo sul muretto a guardare il giorno morire lentissimo su un anfiteatro di colline moreniche ripensa a quel tempo in cui anch’egli era un ragazzo, il ragazzo cui il sorriso era rivolto.

Ripensando al passato, non può fare a meno di enumerare ancora una volta tutti i suoi errori. In primis, quello di avere amato la ragazza come un sogno, di averne fatto un simbolo di nostalgia per sopravvivere, per aggrapparsi a qualcosa per non cadere, per non venire trascinato sul fondo: lei fu il salvagente che per anni lo tenne a galla, lei fu l’ancora che permise alla sua esile barca di non andare alla deriva. Fu con la forza di lei che l’uomo era riuscito a resistere ogni volta che volentieri avrebbe mollato, che si sarebbe abbandonato al suo destino come gli sbandati dell’esercito italiano che si sdraiavano nella neve ghiacciata durante la ritirata di Russia. Invece no, aveva continuato a camminare, aveva inseguito ostinatamente, anche contro ogni ragione, la speranza. Nei momenti bui era l’immagine di quella ragazza che gli appariva come una Madonna e gli indicava la via. Era come se recitasse una parte, quella della sua coscienza, di un fato superiore che in qualche modo lo proteggesse. Era per questo che la amava: lei incarnava il suo sogno, in pratica era un vaso che conteneva la sua vita ed evitava in ogni modo che lui la versasse. Con il passare del tempo era diventata un’ombra del passato, ma sempre distaccata dalle altre figure della memoria: una Beatrice a indicare la strada del suo personale Paradiso, con il viso luminoso che irradia tutta la sua sicurezza.

Un aereo cuce cielo e terra a oriente, dove la luce ancora permane: è il suo rombo a ridestare l’uomo dalle sue memorie. Si alza dal muretto e riprende a camminare verso la sua meta tra i giardini fioriti. Sul suo viso riluce il sorriso di lei.

 

Morgan

FOTOGRAFIA © SCOTT MORGAN

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