Un bacio sfuggì alle nostre bocche, amica mia, un poco rude e ansante ma fragoroso come un tuono, come un lampo di magnesio e chiamalo colpo di fulmine se ti aggrada. Ce ne rendemmo conto quando confusi parlammo di noi e con lo sguardo perso restammo immobili come due statue.
Ma tu pensa che balenio, che corda tesa all’arco di Cupido, che bufera di sentimenti schiumò il mare delle nostre anime per un bacio, per un bacio solo, contatto di due labbra, di due bocche, ché poi non divagammo. Non andammo – che so? – a porre io le mani a lisciare i tuoi capelli o a massaggiare il tuo bel piede nudo, a spingere tu la mia mano a carezzarti un seno per sentirne il calore.
Pensa che collisione, che affondamento di pensieri, quasi un Titanic, per un bacio, un misero isolato bacio.
7 ottobre 1994
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