sabato 8 febbraio 2014

Ex libris

 

Un’amica di Facebook mi ha proposto questo gioco intellettuale: stilare una lista dei venti libri che ci hanno segnato la vita, associandoli ai ricordi che generano in noi. E questi sono i miei:

  1. Henryk Sienkiewicz, QUO VADIS? – Niente di che, ma fu uno dei primi libri letti di cui ho memoria, insieme a “La capanna dello zio Tom” di Harriet Beecher Stowe, “L’isola del tesoro” di Stevenson” e “Il giro del mondo in 80 giorni” di Verne.
  2. Italo Calvino, IL BARONE RAMPANTE – Il migliore della collezione Einaudi Ragazzi, quelli bianchi con due righine rosse, preso a esempio di tutti quei libri che lessi tra i dieci e i quattordici anni: “Tempi memorabili” di Cassola, “Lessico famigliare” di Natalia Ginzburg, “Il dottor Oss” di Verne”, “Marcovaldo” di Calvino.
  3. La BIBBIA – C’è tutto: storia, geografia, religione; inoltre è consultabile come un consigliere personale aprendola a caso.. Il ricordo è la preparazione alla Cresima nello studio del viceparroco, ammassati in cinque o sei sulle sedie davanti alla scrivania ingombra di libri d’arte e di archeologia.
  4. Omero, ODISSEA - Il mondo della mitologia che mi si aprì davanti un giorno di fine settembre, quando iniziai il ginnasio. Tradurre dal greco era faticoso, ma scoprire le peripezie di quell’uomo cui tutti “remavano contro”, la sua volontà di tornare a casa erano affascinanti e commoventi.
  5. Giuseppe Ungaretti, VITA DI UN UOMO – Se ho iniziato a scrivere poesie è per quel libro: a 14 anni mi folgorò sulla via dei versi, mi mostrò l’essenza stessa della poesia, l’unione di parole che significavano un’intima emozione, che descrivevano sensazioni che fino allora mi sembravano inesprimibili.
  6. Lucio Anneo Seneca, LETTERE A LUCILIO – Una filosofia portatile, come la Bibbia da consultare aprendola a caso. Due volumi in cofanetto della BUR, acquistati al tavolo dei “remainders” di una libreria e logorati dall’uso.
  7. Oscar Wilde, IL RITRATTO DI DORIAN GRAY – La bellezza esiste, nulla più, ma mi colpì il messaggio sull’essere e sull’apparire, sull’impossibilità di essere quel che non si è.
  8. Carlo Cassola, FAUSTO E ANNA – Il romanzo non mi è piaciuto granché, ma il libro ha assunto un significato particolare in quanto oggetto. Conobbi il mio primo amore grazie ad esso, lo stavamo leggendo entrambi e mi servì da grimaldello per attaccare discorso con lei. “Galeotto fu ‘l libro”...
  9. I LIRICI GRECI – Una poesia lontana nel tempo che mi ammaliò con quelle ragazze ornate di ramoscelli di mirto, dal sandalo screziato, che giocano a palla; con quei generali che bevono davanti a un cratere di vino, con quell’Amore chiomadoro al quale canto dolci canzoni...
  10. Giuseppe Berto, ANONIMO VENEZIANO – La sceneggiatura dell’omonimo film di Enrico Maria Salerno: Venezia è la mia città ideale, in quel libro è protagonista con un altra delle mie preferenze, l’Adagio dal Concerto in Re minore per oboe e archi di Anonimo Veneziano, forse Alessandro o Benedetto Marcello.
  11. Giorgio Saviane, EUTANASIA DI UN AMORE – Un amore che mi è piaciuto perché eccezionale, eccitante, divertente, tempestoso, alla fine impossibile: l’uccisione di un amore troppo passionale ed esclusivo per approdare a un amore più universale.
  12. Jorge Luis Borges, FINZIONI – Il maestro cui si abbeverò Umberto Eco, il libro avuto in omaggio con “Epoca” ai tempi del militare e scoperto meraviglioso con i suoi “giardini che si biforcano”, con Pierre Menard, l’autore che riscrisse il Don Chisciotte parola per parola, con la sua Biblioteca. Divorato una sera in branda al chiarore blu delle luci di guerra.
  13. Dante Alighieri, LA DIVINA COMMEDIA – Scoperta tardi, riletta dopo le noiose lezioni del liceo, dove il professore di italiano non era capace di avvincere. Poesia allo stato puro.
  14. Charles Dickens, CANTO DI NATALE – Perché instilla la speranza che tutti possano un giorno cambiare. E perché il Natale mi piace tanto. Lo rileggo quasi ogni anno in prossimità del 25 dicembre.
  15. Mario Rigoni Stern, IL SERGENTE NELLA NEVE – L’epopea di Rigoni Stern e dell’ARMIR in terra di Russia durante l’inverno del 1942-43 fu una moderna Odissea: una guerra sbagliata, un comando che manda i suoi uomini allo sbaraglio nel gelo con le scarpe di cartone e vecchi fucili. Ma comandati si va e nell’inferno bianco si scopre l’umanità. Letto e riletto.
  16. Eugenio Montale, TUTTE LE POESIE – Amo lo stile di Montale, le sue immagini. Un cospicuo volume di oltre 1000 pagine dove perdermi a inseguire la poesia. Comprato con lo sconto Mondadori del 30% ormai molti anni fa,,,
  17. Erodoto, STORIE – Il fascino che emana la storia, il sapere che la vita non era fatta solo di battaglie e di eventi notevoli, ma anche di piccole capanne, di gente che viveva in villaggi dalle bizzarre consuetudini, che nel vasto mondo ci sono luoghi di rara bellezza o di incredibile magia.
  18. Joseph Conrad, LA LINEA D’OMBRA – Un’atmosfera tra l’esotico e l’onirico. Come scrisse lo stesso Conrad “Il passaggio dalla gioventù, fervida e spensierata, al periodo più consapevole e patetico dell’età più matura.
  19. Dino Buzzati, TUTTI I RACCONTI – Perché il mondo della fantasia e quello dei sogni sono territori vastissimi e inesplorati, perché la realtà ha mille facce e noi neppure ce ne rendiamo conto.
  20. IL VOCABOLARIO – C’è tutto. E come scrisse Gesualdo Bufalino, è il libro che mi porterei su un’isola deserta...

 

Novembre 2009

 

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