sabato 24 maggio 2014

Il mare dentro

 

Il mare. Eccolo qui. La prima cosa che ho fatto dopo aver posato le valigie nella mia stanza d’hotel è stata aprire la porta-finestra e uscire sul balcone. Una lingua azzurra al di là dei tetti e della strada, al di là della spiaggia e degli ombrelloni sotto un cielo dove flottano nuvole sparse come paperelle in un laghetto. Ne sento la voce anche, un flusso continuo e rilassante. È il suo respiro, è il pulsare del cuore.

Una doccia, una maglietta pulita e sono pronto ad incontrarlo questo mare. Tolgo la chiave magnetica e si spengono le luci nella stanza, la porta è chiusa, scendo per le scale. E questo mi ricorda una scena simile, tanti anni fa, quando mi scapicollai per le scale di un albergo per sedermi accanto a una ragazza che mi piaceva. Ora l’amore ce l’ho. Ora sono molto più maturo, ma mentre scendo sento la stessa eccitazione di allora e mi accorgo di avere anche affrettato un poco il passo.

L’hotel è affacciato sul lungomare. Sono subito in strada, supero una scalinata, attraverso il viale ed ecco i bagni. Entro dal varco, non ho neppure bisogno di togliermi le scarpe: c'è una lunga passerella colorata che porta al bagnasciuga. Resto un istante a guardare le file di ombrelloni ancora chiusi. Sono di vari colori, ma disposti in modo da dare un bel colpo d’occhio. L’effetto cromatico è grazioso, in qualche modo mi riporta alla memoria i dipinti di Walter Lazzaro.

Ora misuro a passi lenti la spiaggia. Sento già l’odore del mare, un misto di sale, iodio e vita. Eccoci qui, amico mare. Ora siamo proprio l’uno davanti all’altro. Ti sento sussurrare il tuo saluto, anche il vento ha aggiunto la sua voce. L'azzurro che ho visto da lontano ora ha punte di grigio e di verde, ma le onde restano bianche creste spumose che giungono da lontano e si infrangono ai miei piedi. Infilo una mano nell’acqua, la ritiro sporca di salsedine. È stato come un gesto simbolico, una stretta di mano, un saluto rituale. Guardo l’orizzonte, mi perdo nello spazio che non ha fine, oltre le boe, oltre le vele bianche. La libertà.

Raccolgo conchiglie: quando tornerò a casa le metterò in un vaso di vetro e mi sembrerà di averti sempre accanto. In realtà sarà solo un’illusione, perché in fondo lo so che sei dentro di me, mare...

mare

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