sabato 19 luglio 2014

Noi

 

    Dico che non è una cosa importante, minimizzo, ma alla fine succede spesso che mi sorprenda a pensare – l’ultima volta ieri, mentre ero seduto in treno e la sera esplodeva in un virulento tramonto – a pensare, dicevo, se tu faccia parte della mia vita in modo ormai inscindibile, se i legami si siano stretti talmente da essere indistricabili anche se tu sei di un altro ormai.
   
    E poi, come un sognatore che costruisca castelli in aria, mi perdo a fantasticare incontri che mi facciano dimenticare te, che mi facciano dimenticare questo amore – “amore” sì, lo devo definire così perché ogni altro termine è inadeguato, amore vivo, amore eterno – anche se so che nessun’altra donna potrà mai farmi battere il cuore così come fai tu.

    E allora, come posso tollerare che stasera tu stai con un altro, e cento altre sere, e cento altre notti, che sarà lui a sfiorare la tua pelle di seta, a tenere i tuoi seni tra le mani? Come posso sopportare senza impazzire questa idea? Come posso immaginare i gesti che gli fai, le parole che gli dici? Solo pensando che facendolo tu stia ancora pensando a me, che se sfiori la sua pelle è la mia che invece dentro di te sogni di sfiorare, che lo baci ed è me che baci, che piangi ed è per me che piangi.

    Ed è bugia quello che dici a tutti, ai nostri amici, alle tue amiche con cui dividi la palestra e i segreti: “Non lo amo più”. Io lo so che non è vero, tu lo sai che non è vero. Io so, tu sai che siamo ognuno parte della vita dell’altro, che nonostante tutto – anche divisi, anche lontani – non siamo io e te, siamo ancora noi.

   
[basato sulla canzone Ogni volta di Antonello Venditti]

 

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