sabato 2 agosto 2014

Come le strade

 

Ti conosco come le strade di questa città dove ogni tanto mi capita di tornare. La prima volta avevo forse tre anni, l’ultima è stata lo scorso maggio. Gli oleandri, le palme, il giardinetto davanti alla chiesa, la via centrale dove si aprono tutti i negozi, la fontana azzurra al fondo. Non ci si può dimenticare, è come andare in bicicletta, come fare l’amore: una volta appreso, quello è.

Eppure, l’ultima volta - non ero solo, c’era gente con me che non era mai stata lì - mi è capitato di prendere una traversa sbagliata. Come succede ai calciatori che sbagliano un gol per troppa sicurezza o che per troppa confidenza compiono un retropassaggio troppo corto e l’attaccante avversario ne approfitta. Non ho fatto una piega, ho finto che fosse proprio quella la strada che dovevo prendere. E del resto sapevo che sarebbe sboccata comunque sulla via traversa. Lo speravo almeno. Chi era con me avrà creduto che volessi prendere una scorciatoia, che avessi scientemente voluto passare per quella strada. Che era sbagliata me ne accorsi a metà, quando mi apparve un ristorante che non avrebbe dovuto essere lì. Ma, come ho detto, finsi di nulla e tirai avanti finché con sollievo ritrovai la via che era la nostra meta. solo un centinaio di metri più avanti nel normale.

E allora ti conosco così, amica mia, ti conosco alla perfezione anche se talvolta mi sorprendi e forse per errore mio oppure perché così deve essere, perché l’imprevedibilità è un sale che può dare maggiore sapore alla nostra tranquilla felicità amorosa.

 

Groat

HALL GROAT II, “TIMES SQUARE”

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