sabato 11 ottobre 2014

Spritz

 

Il mezzogiorno festivo langue. Fuori un pallido sole scopre qua e là le prime foglie gialle o rosse, accende un autunno che incomincia a dorarsi. Quella luce entra dalla finestra, attraversa le tendine di mussola, diventa un velo paglierino sulla cucina di ciliegio.

Prendo un bicchiere, un tumbler basso. Tolgo dal freezer la vaschetta del ghiaccio, quella che forma delle piccole sfere che sembrano di cristallo, ne estraggo una mezza dozzina e le pongo nel bicchiere. Mi piace quel rumore, un suono secco ma al contempo argentino. Apro il frigo, stappo il Prosecco e lo verso sopra il ghiaccio per un terzo. L’Aperol manda riflessi arancioni dalla vetrinetta, quasi che mi chiamasse: ne verso per un altro terzo. Ecco, ho quasi finito: adesso termino il cocktail con acqua fredda frizzante. Ci metto anche un paio di fette d’arancia, per guarnizione ma anche per quel gusto agrumato che conferirà.

Il mio spritz è pronto. Ne gusto un sorso e improvvisamente non sono più a questo tavolo di cucina, con i carpini e i tigli che ingialliscono lentamente oltre la finestra, con il pallido sole di ottobre che fatica a cancellare le nuvole. Sono a Venezia, e davanti a me si staglia immensa Santa Maria della Salute. Posso sentire anche l’odore della laguna, mentre i riflessi lasciati da una gondola di passaggio nel Canal Grande mi abbacinano. Se mi alzassi, con pochi passi sarei a San Marco o al Ponte dei Sospiri.

E sono a Cittadella, all’interno della cerchia muraria, seduto a un tavolino della piazza a guardare la gente che infila le stradelle e si dirige verso il Duomo bianco o verso le mura merlate. Sono a Lazise, sul pavimento a scacchi banchi e neri e il Garda azzurro sembra fermo sotto gli ulivi ma in realtà so benissimo che il vento lo muove come quei turisti che fanno kitesurfing testimoniano. Sono a Verona, in Piazza delle Erbe, a Padova, a Treviso, sono a Conegliano...

Driiiiin! Il timer del forno segnala che le lasagne sono cotte, ben gratinate. Dalla finestra entra un pallido sole d’autunno che accende i carpini e i tigli. Dello spritz resta solo un sorso, che butto giù. È ora di mettersi a tavola, i sogni e le memorie si sciolgono lentamente come il ghiaccio nel bicchiere.

 

Spritz

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