sabato 18 ottobre 2014

Vento di Liguria

 

Il treno correva allegro giocando a rimpiattino con il mare: ora infilava una galleria ora si mostrava al porto ed ai pitosfori. A Loano apparve come un fantasma, impalpabile eppure presente, fortemente presente: il vento della Liguria. Lì accarezzava gli ombrelloni incappucciati nell'aria ancora frizzante del primo mattino. Poi si mimetizzò con la velocità che il treno si lasciava dietro e con il mormorio del mare sugli scogli per ritornare in tutta la sua impudenza alla stazione di Albenga: le palme si agitavano nel cielo turchino con il rumore legnoso delle foglie; i viaggiatori in attesa lottavano con i fogli dei loro giornali che il vento rileggeva dispettoso. Affacciammo la testa ai finestrini e il vento baciò anche noi scompigliandoci i capelli.

E la stessa accoglienza ci riservò ad Alassio, quando lasciammo il treno: si infilava nel bar Roma, filtrava tra i gerani e i pitosfori, sfogliava il mio giornale, spazzava la passeggiata a mare. Da nord soffiava verso sud e da settentrione sospinse qualche nuvola sul mare. Per tutto il giorno fu con noi: curiosava tra le sdraio, giocava a gonfiare le nostre canottiere, imprimeva strane traiettorie al pallone. E quando la nostra gita finì, ci accompagnò alla stazione, questo dispettoso vento di Liguria.


Merano, 15 febbraio 1989

 

Liguria

FOTOGRAFIA © BARBARA PREGLIASCO/PINTEREST

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